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NEW YEAR PLEASE!

Manca poco allo scoccare della mezzanotte.

Un gesto simbolico che racchiude in un addio l’irrefrenabile voglia di lasciarsi alle spalle un anno che passerà alla storia come la terza guerra mondiale.

Una guerra senza mine vaganti, bombe lanciate dall’alto, città annientate strutturalmente , ma quotidiani bollettini di guerra, persone scomparse, paura, angoscia, crisi economica, isolamento , macerie psicofisiche e tanta voglia di ricominciare.

Sconvolgente e destabilizzante, lo definirei così questo 2020.

Il mio mondo è crollato in anticipo, l’11 FEBBRAIO, quando AIRITALY ha deciso di liquidare un impero e lasciarci tutti con il culo per terra.

Ma poi sono arrivati i due famosi cinesi allo Spallanzani positivi al Covid-19, che molti ritenevano una banale influenza rivelatasi una guerra batteriologica mondiale che ad oggi, 31 dicembre, ha provocato 1.791.246 morti di cui 71.925 in Italia.

Un flagello sanitario che ha travolto la nostra quotidianità, ma anche la sovranità nazionale e i sovranismi ideologici.

Un anno infinito dai ricordi nitidi.

Le città deserte, le conferenze di Conte, i carri militari che trasportavano le bare di Bergamo, le urla sul balcone, la riconoscenza agli operatori sanitari che non hanno mai smesso di combattere per noi, anche quando si ballava al Billionaire. Lo smart working, le mamme che hanno confermato i loro super poteri: fra lavoro, compiti, pizza, pane, lavatrici e mariti.

Le discussioni animate sui social e le onorificenze in qualità di virologi, economisti, statisti rilasciate da Facebook. L’omicidio e le rivolte in nome di George Floyd, la morte del piccolo Willy.

La sconfitta di Trump. La perdita nel mondo del calcio: Maradona, Paolo Rossi. Il teatro in lacrime per Proietti.

Abbiamo un disperato bisogno di credere in questo 2021 (che soffre da mesi di ansia da prestazione e piange al pensiero del countdown) a scrollarci di dosso l’insicurezza, la stanchezza mentale, la paura di abbracciarci, il terrore di fallire.

Il 27 dicembre è stato celebrato il Vax day, l’inizio della fine e dei tantissimi futuri sproloqui NO VAX (della serie: ho paura di vaccinarmi perchè ho dei dubbi sulla scienza, ma battezzo mio figlio altrimenti finirebbe all’inferno!)

Quest’anno ci ha insegnato qualcosa:

prima di tutto al peggio non c’è mai fine, NE USCIREMO MIGLIORI è uno degli slogan peggiori di questo 2020, perchè le persone non sono cambiate, hanno solo accentuato le loro peculiarità.

La disinvoltura nel tossire addosso alla gente e la scarsità d’ igiene personale sono finalmente punibili dalla legge.

Il magico dono della resilienza, che come sosteneva S.Freud ci accompagna fin da bambini, cadendo a terra senza aver paura di rialzarci, ci permetterà di rinascere anche dopo questa ennesima batosta. L’essenziale nella vita sono gli affetti e non gli averi, quindi sceglieteli con cura, perchè potreste riaffrontare Lockdown estremi con persone poco amate in appartamenti molto piccoli.

Viaggiate, e visto che non potete fisicamente, questa sera fatelo mentalmente.

Io ho in fresco il mio aperitivo preferito: Martini dry, scorsa di limone e olive verdi. Un bianco fruttato: Riesling per l’esattezza e delle bollicine per il countdown con ansia da prestazione.

GOOD LUCK!!!

1 Comment
  • Cosimo Gesi
    Dicembre 31, 2020

    Anno lungo e pieno di momenti difficili il 2020…non credo abbia necessariamente reso le persone migliori, anzi.. l’importante è però guardare avanti con fiducia e speranza, quella non ce la può togliere né il Covid ne altro!

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